In una dieta media da 2100 calorie, dai grassi possono quindi arrivare da 420 a 700 calorie, corrispondenti a 46-78 gr.
Ogni grammo di grassi vale infatti 9 calorie, più del doppio delle 4 calorie apportate da ogni grammo di proteine o di zuccheri. Solo chi è attento e consapevole riesce però a stare dentro a questi limiti. L’overdose di grassi è in agguato e deriva da un eccesso di condimenti (aggiunta di olio, burro e margarine ai piatti cucinati), ma forse ancora di più dal consumo crescente di alimenti che “nascondono” elevate quote di grassi come dolciumi, snack, fritti ecc.
In particolare, consumiamo troppi grassi di tipo “saturo”, presenti soprattutto negli alimenti di origine animale, la cui overdose è particolarmente insidiosa perché favorisce l’aterosclerosi e alcuni tipi di tumore. Ma oggi abbiamo etichette sempre più chiare e possiamo leggere con attenzione gli ingredienti dei prodotti confezionati e fare scelte sempre più consapevoli anche sui grassi di origine vegetale.
Un altro grasso con cui tendiamo a eccedere è il colesterolo, che se in eccesso è un fattore di rischio sia per le malattie cardiovascolari sia per alcuni tipi di tumore. Il colesterolo – che in ogni cellula svolge funzioni essenziali per la vita – è presente solo nei grassi di origine animale. Ne troviamo 3 mg in un bicchiere di latte scremato, 180 in un uovo, addirittura 2000 in un etto di cervella.
Il colesterolo assorbito giornalmente attraverso gli alimenti non dovrebbe superare i 300 mg, altrimenti tende a provocare un aumento dei livelli di colesterolo nel sangue. Tale aumento però varia molto da persona a persona, perché nel nostro organismo esistono meccanismi di autoregolazione nell’assorbimento di questo grasso.
L’alimentazione incide sul tasso di colesterolo nel sangue per una percentuale che va dal 10 al 30% (il resto viene prodotto dal fegato) e 9 persone su 10 sono dotate di un sistema efficace, in grado di compensare senza troppi problemi le eventuali overdose di colesterolo.
Meno insidiosi, o addirittura protettivi, sembrano essere i grassi insaturi (in particolare i monoinsaturi dell’olio d’oliva) e alcuni grassi a lunga catena (i famosi omega-3) presenti soprattutto nel pesce. Idealmente, un terzo dei grassi che introduciamo dovrebbe essere di tipo saturo, i due terzi dovrebbero essere di tipo insaturo.
Soprattutto per chi mangia spesso fuori casa o cibi pronti (spesso ricchi di grassi saturi), diventa molto difficile rispettare questa proporzione.